mercoledì 25 novembre 2015

Cioccolatini rum e caffè per una cioccofila senza speranza



Ero indecisa se pubblicare la ricetta dei cioccolatini o un'ode al cioccolato. Difatti non pubblico da oltre un mese, tanto che non riuscivo a decidere! Alla fine, mentre mi arrovellavo nei dubbi, mi rotolavo nell'incertezza, mi torturavo nell'insicurezza, ho capito! Pubblicare la ricetta coincide col cantarne la bontà... e lo so, sono una volpe! Più di tutto però amo il cioccolato, sono una cioccofila senza speranza, quindi non potevo continuare a mangiare cioccolatini a sbafo senza provare l'ebbrezza di farmeli da sola, e per giunta ripieni a mio piacimento.
Così ho cominciato a studiare (continuando a sbaf... degustare cioccolatini), ho praticamente imparato a memoria il trattato sui cioccolatini di Piero (che consiglio vivamente di leggere e consultare a chi volesse cimentarsi per la prima volta con temperaggio-colatura-copertura-smodellamento-smadonnamento) e li ho fatti e rifatti più volte, arrivando alla mia ricetta perfetta, al mio gusto prediletto (per ora!), una fusione di due ricette, sempre di Piero, rubate qui.
Non indugerei oltre, tenterò di essere sintetica, per qualsiasi approfondimento rilinko il Pierotrattato!



RICETTA

Premesse:

- Il cioccolato di copertura avanzerà per oltre la metà, ma può essere conservato e sciolto ancora per altri cioccolatini. Oppure per altre preparazioni, per esempio una tenera tenerina, o i biscotti diabolici di Emmettì, la sachertam piccante, o una cioccolatosissima torta al cioccolato senza glutine. Insomma, mica si butta né!

- Per temperare il cioccolato ci sono varie tecniche, io uso la più pigra, l'attesa :). Nella sezione "Di pertinenza" parleremo un po' del temperaggio, questo sconosciuto.

- Per fare i cioccolatini necessitano alcune attrezzature di facile reperibilità, val la pena procurarsele: stampi in policarbonato, una spatola a triangolo (tipo questa), un tarocco rigido, ciotole in vetro e un termometro.

- Io, ormai da tempo, uso un modo che mi permette di fare altro mentre il cioccolato scioglie senza rimanere appicciata col naso sul vetro del microonde e tirar fuori la ciotola ogni 15 secondi con l'incubo che un secondo in più bruci tutto.
Uso la funzione scongelamento, ci mette un po' di più ma è perfetta. I miei tempi sono stati quelli che dirò, ma ovviamente ogni forno ha temperature, modalità e tempi diversi, quindi è bene fare delle prove e adattare i tempi al microonde che si possiede.

- Se non si possiede il forno a microonde, si può ovviare con il bagnomaria, però in questo caso porre molta attenzione a non far entrare acqua nel cioccolato perché potrebbe impazzire, il cioccolato odia l'acqua! (e io amo il cioccolato, l'ho già detto?)




Cioccolatini fondenti al rum e caffè

Ingredienti  per 40 cioccolatini o quelli previsti da uno stampo in policarbonato
clicca sull'immagine per ingrandirla


Per la copertura:
450 g di cioccolato extrafondente al 72%

Per il ripieno:
180g di cioccolato al latte
  40g di panna al 34% di grassi
  20g di liquore Rum
    4 cucchiaini colmi di caffè solubile (tipo Nescafè)



Sciogliere il cioccolato
Premessa: il cioccolato si deve sciogliere e deve raggiungere una temperatura tra i 45 e i 50 gradi, non un grado di più, altrimenti il cioccolato si brucia.

- Spezzare il cioccolato in pezzi o ridurlo in scaglie.

- Porlo in una ciotola di vetro e farlo sciogliere al microonde in modalità scongelamento per 5 minuti,  controllare e smuovere il cioccolato con una spatola in silicone, poi continuare a "scongelare" ancora 5 minuti. A questo punto il cioccolato è sciolto, misurare la temperatura, dovrebbe essere intorno ai 40°. Azionare la funzione cottura (quella normale, per intenderci) alla massima temperatura per 15 secondi. A questo punto la temperatura dovrebbe aver raggiunto i 48/50 gradi.
Tengo a ribadire che questi sono i tempi e i risultati del mio microonde.


Temperare il cioccolato (cioè portare il cioccolato a 32°)

- Mettersi seduti e aspettare.
- Per non farsi calare la papagna, accelerare i tempi di raffreddamento mescolando lentamente il cioccolato, se si ha fretta e la papagna incombe, distribuire il cioccolato lungo le pareti della ciotola, raccoglierlo, mescolare, ridistribuire e ogni tanto misurare la temperatura.
- Quando la temperatura ha raggiunto i 28°, risvegliarsi dal torpore e riscaldare la massa qualche secondo (7 o 8) al microonde.
- Ritornata la temperatura a 32° (anche 31 va bene) procedere subitissimo con la colatura, altrimenti il cioccolato si fredda e..bisogna ripetere tutto daccapo, diociscampi!


Colatura (copioincollo fedelmente dal Pierotrattato, la papagna ha vinto e dirlo a parole mie mi è troppo faticoso:)
Premessa: questa operazione consiste nel far colare il cioccolato fuso e alla temperatura  di 32° dentro gli stampi.
Preparare un foglio di carta forno sul piano di lavoro, ad un certo punto servirà.

- Versare la cioccolata negli incavi dello stampo in modo da riempirli tutti.
- Vibrare energicamente lo stampo in modo da far uscire eventuali bolle d’aria.
- Poi sbattere lo stampo 3-4 volte sul marmo (occhio, questa operazione è esaltante, non esagerate eh? n.d.s.).
- Infine rigirare lo stampo di botto, facendo colare tutta la cioccolata sul tavolo di lavoro.
Per far uscire meglio la cioccolata aiutarsi sbattendo forte la spatola sul bordo dello stampo; uscirà molta altra cioccolata (idem come sopra, anzi, peggio! n.d.s.).
- Quindi con la spatola a triangolo raschiare via tutta la cioccolata dalla superficie.
- A questo punto si mette lo stampo a faccia in giù sulla carta forno e si lascia 5-6 minuti.
- Poi, quando la cioccolata si è un po’ seccata, si passa ancora la spatola a triangolo per rifinire eventuali piccole increspature. Lo stampo dovrà risultare pulitissimo, tranne che negli incavi dove c’è la cioccolata.
- Si copre con la carta forno e si mette in frigo per almeno 15 minuti, questa volta a faccia in alto.

I cioccolatini sono pronti per esser riempiti quando il cioccolato si staccherà dal fondo degli incavi.. Per capirlo basata guardare da sotto. Se si è staccato, si vedranno come delle striscioline bianche in corrispondenza dei disegni negli incavi.



Preparare il ripieno e riempire i cioccolatini

- Sminuzzare il cioccolato con un coltello o col tritatutto.
- Portare ad ebollizione la panna, aggiungere il caffè solubile e versare sul cioccolato.
- Mescolare con cura fino ad ottenere una crema densa e uniforme.
- Aggiungere il liquore e mescolare energicamente finché non si sarà completamente amalgamato.
- Versare la ganache in una sacca da pasticciere usa e getta (o con una bocchetta piccola), tagliare la punta ottenendo un foro piccolissimo (sennò la ganache, ancora liquida, uscirà senza controllo!)
- Riempire i cioccolatini fino a circa 2/3 millimetri dal bordo.


Copertura e chiusura (ricopioincollo)

- Temperare nuovamente il cioccolato. (Eh, davvero dico. :) Dai, ora non ci vuole niente, il peggio è passato! n.d.s.)
- Prima di tutto con la spatola a triangolo si raccoglie, raschiandolo, tutto il cioccolato colato sul tavolo e lo si rimette nella scodella, possibilmente spezzettandolo.
- Una volta poi arrivati a 32°, si procede esattamente come si è fatto per la prima colatura, cioè versare il cioccolato fino a riempire i cioccolatini, vibrare lo stampo per eliminare le bolle e fermarsi qui, non capovolgere lo stampo. Eliminare l'eccesso di cioccolato con la spatola tenendo lo stampo orizzontale e in alto con una mano e manovrando la spatola con l'altra (clicca QUI).
- E’ importante ora lisciare e livellare per bene la superficie al fine di non avere imperfezioni su quella che poi sarà la base del cioccolatino.
- Se dovessero comparire dei minuscoli buchi, con la punta della spatola a triangolo raccogliere del cioccolato dal tavolo e tapparci il buchino.

Far asciugare bene il cioccolato (10-20 minuti, volendo anche in frigo).


Smodellare

Impugnare lo stampo con due mani sui lati corti, tenendolo a faccia in su.
- Torcere lo stampo (stile cubetti per il ghiaccio. n.d.s.); in realtà lo stampo non si torcerà, ma il movimento è quello della torsione e va fatto.
- A questo punto, poggiare il lato lungo sul tavolo con la superficie inferiore rivolta verso di voi (io non ho capito bene bene questa cosa della superficie inferiore, ma voi lo capirete, ne sono certa! n.d.s.).
- Con un unico movimento secco, voltare lo stampo sul tavolo facendolo completamente  sbattere con tutta la superficie da cui devono uscire i cioccolatini.

Se tutto è stato fatto a dovere, i cioccolatini usciranno tutti insieme.
Può capitare che qualche cioccolatino non sia uscito al primo colpo.
In questo caso ripetete l’operazione di rivoltare lo stampo sul tavolo.
I cioccolatini rimasti dovrebbero uscire tutti al secondo colpo.
(Se non escono manco al secondo colpo, chiamate l'esorcista, qualcuno vi ha fatto il malocchio! n.d.s.)

FINITO!

I cioccolatini sono ben riusciti se sono lucidissimi, senza macchie e rumorosi, al morso devono fare SCROCK!

Vale la pena, giuro, vale la pena!

Tamara

n.d.s.: nota della svalvolata






 DI PERTINENZA

Perché temperare il cioccolato? 
 
Oh, che poi, diciamocelo, tutti a spiegare i segreti del temperaggio, il come e il quando ma perché, perché perché temperarlo? non potremmo semplicemente scioglierlo, versarlo, colarlo, riempirlo, sbatacchiarlo e finalmente mangiarlo? Senza attese, marmi, termometri e smadonnamenti.
 No.
 Se vuoi un cioccolatino di quelli che appena lo schiacci tra le fauci fa CROCK e poi fai MMMMMMM lo devi temperare. Non hai scampo. Nessuno lo dice, ma lo scopo del temperaggio è ottenere cioccolato buono, croccante e lucido. Perché anche la vista e l'udito abbisognano di soddisfazione,  il cioccolato dà tante soddisfazioni, se temperato come si deve (anche se mangiato a occhi chiusi).
In sintesi, un cioccolato ben cristallizzato conferisce al prodotto finale importanti qualità, quali la brillantezza, la conservabilità, un numero maggiore di aromi, maggior croccantezza, maggiore lucentezza.
Il cioccolato cristallizzato male è una ciofeca,  non buono, brutto e cattivo.
Ultimo, ma non ultimo, il cioccolato cristallizzato bene si restringe impercettibilmente, ma sufficientemente a rendere facile l'estrazione dallo stampo.
 
Che poi, il termine giusto è "precristallizzazione". Lo so, troppo difficile, pensa a dire "mi passi il precristallizzatore che devo precristallizzare la mia matita di cioccolato cristallizzato?  Però così è, si precristallizza il cioccolato per temperarlo...(si porta alla temperatura giusta per precristallizzarlo).


VOCABOLARIO DEL CIOCCOLATO

Cristalli: "Il cielo visto attraverso la chioma di una grande quercia. Così il chimico Peter Fryer descrive la struttura del cioccolato. Se potessimo sbirciare l’anima di una tavoletta, vedremmo piccoli cristalli di burro di cacao e di zucchero organizzati in fitte reti intricate, proprio come i rami e le foglie compongono l’intreccio naturale delle fronde di un albero" (blog.moebiusonline.eu).
 
Cristallizzazione: Indurimento del cioccolato. Il cioccolato contiene una materia grassa chiamata “burro di cacao”. Una volta fuso, questo burro di cacao non può ritrovare la sua forma stabile originale da solo ma necessita di una “manipolazione” che dà inizio ad un processo di cristallizzazione (indurimento) corretto. Questo intervento tipico nella lavorazione del cioccolato viene chiamato temperaggio o precristallizzazione.

Precristallizzazione o temperaggio: tecnica attraverso la quale, portando il cioccolato a temperature diverse, si ottiene un certo numero di cristalli (nuclei di cristallizzazione contenuti nel burro di cacao) piccoli, numerosi e uniformemente distribuiti attorno ai quali si aggregheranno spontaneamente gli altri. O, altrimenti detto, si stabilizzano i cristalli. Un paragone, che rende bene l'idea di cosa succeda, è quello con un muro: se fatto di mattoni posti in file ordinate avrà una certa stabilità, se fatto con pietre di dimensioni e consistenze diverse sarà molto meno solido.

Cioccolatino fondente al rum e caffè: cioccolatino godurioso, croccante, morbido, peccaminoso, furbo, poetico.

(perché furbo? appena il rum ti fa venire la papagna, arriva il caffè che scazzotta l'effetto soporifero!)


































DIVAGAmente


Ode al cioccolato


Il Cioccolato è divino,

morbido,

sensuale,

profondo.

Nero,

sontuoso,

appagante,

potente,

denso,

cremoso,

seducente,

suggestivo,

ricco,

eccessivo,

setoso,

levigato,

lussurioso,

celestiale...

Il Cioccolato è rovina,

felicità,

piacere, 

amore, 

estasi, 

fantasia... 

Il Cioccolato ci rende viziosi, 

colpevoli, 

peccaminosi, 

sani, 

chic, 

felici.



Ode to Chocolate [Elaine Sherman] versione originale



giovedì 19 novembre 2015

Piccoli aspic di frutta in gelatina di moscato



Eccomi con un tocco di colore che sa ancora d'estate e che contrasta l'arrivo dell'inverno. 
Un dessert fresco, poco calorico e leggero. Un sapore che vi sorprenderà ma non vi stancherà. 





INGREDIENTI  6 stampi da budino da 100 ml 

600 g di vino moscato
250 g di mirtilli e ribes rosso
2 fette di fico d'india 
 1 fetta di cachi (loti)
10  acini d'uva piccolini
30 g di gelatina in polvere (a fine post un approfondimento)
35 g di zucchero semolato 




PROCEDIMENTO

Versare il vino moscato in una ciotola e aggiungere tutta la polvere di gelatina. 
Scaldare il composto alla temperatura di 45° nel microonde. Scioglierlo girando per qualche minuto. Abbiate pazienza, si scioglierà completamente. 
Prendere gli stampi, ungere con olio di semi o riso, un olio che non abbia sapore, togliere con carta scottex l'eccesso.
Mettere 1 cucchiaio di gelatina in ogni stampo e lasciar rassodare in frigo (10/15 minuti saranno sufficienti). 


Riprendere gli stampi dal frigo. 

Se si vogliono creare dei motivi con la frutta, proseguire a step facendo in questo modo: 
mettere un giro di fruttini e poi uno strato leggero di gelatina (non troppa altrimenti la frutta, galleggiando, si sposterà dalla sede).
Se volete che lo strato di gelatina sia maggiore, aspettare che il precedente rassodi un pochino e poi aggiungerne dell'altra.
Ogni volta che si aggiunge gelatina lo stampo va rimesso in frigo per 10/15 minuti. Proseguire fino a riempire lo stampo.

Se non interessa una particolare disposizione della frutta, dopo il primo cucchiaio di gelatina rassodato, metterla tutta insieme e aggiungere gelatina fino all'orlo. 
Nel frattempo che si fanno questi passaggi la gelatina rimasta potrebbe rassodarsi, basterà scioglierla nel microonde per 5 max 10 secondi.

Far rassodare per almeno 3 ore in frigo.
Sformarli mettendo in ammollo gli stampi in acqua calda per pochi secondi.



Gelatina
Facciamo un po' di chiarezza
pare facile di' gelatina, che ce vo'? Ce vo' ce vo'. Sarà che io so' capa tosta, ma sta di fatto che ho sfiancato Tam con un fiume di mail, e lei lì pronta a farmi calcoli e passarmi link vari!!!
E d'altra parte a chi potevo rivolgermi se non a lei che ha tirato fuori questo capolavoro? Da qui anche il suo consiglio di approfondire in questo post l'argomento gelatina. Eccolo!

In commercio esiste la gelatina* in fogli, i quali si trovano tranquillamente nei supermercati, e quella in polvere non reperibile nella grande distribuzione. Le caratteristiche sono le stesse, di solito sulle confezioni ci sono le istruzioni su come e quanta usarne. I fogli in commercio si trovano con peso da 1,88, 2 e 5 g ma il potere gelificante è lo stesso, cit. da BressaniniSarà preoccupazione del confezionatore dosare il peso del singolo foglio per ottenere questo comportamento standard. Ma non sempre è così perché la Paneangeli ad esempio usa gelatina oro e cioè con grado Bloom 250, quindi superiore ad altre marche.
 Tuttavia nella cucina professionale i fogli e la polvere di gelatina non hanno tutti lo stesso potere gelatinizzante. La scala del grado di gelificazione è espressa in Bloom che va dai 180 ai 250 gradi (varietà oro). Più il grado è alto e più ha potere gelatinizzante e trasparenza.
La polvere non è migliore o peggiore dei fogli, è esattamente la stessa cosa in quanto questi ultimi vengono prodotti partendo dalla polvere. 
I fogli vanno necessariamente rinvenuti in acqua, per un peso pari a 5 volte il loro peso.
*Una volta detta colla di pesce, in quanto, la prima, si ricavava artigianalmente lasciando la pelle del pesce in acqua da cui si otteneva una sostanza gelatinosa.



Ulteriori approfondimenti:
http://www.dolcesalato.com/blog/2011/01/20/idrocolloidi-tutta-questione-di-viscosita/
http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/03/14/la-gelatina/?refresh_ce
http://www.gelatine.org/it/ricette/cucinare-con-la-gelatina.html








giovedì 12 novembre 2015

Alici inventate e "rimpinzate"


Mi vien già da ridere perché, dopo aver pubblicato le ultime ricette, questa, questa e questa, (che zitte zitte hanno aspettato mesi e mesi prima di uscire allo scoperto), quella di oggi invece non solo non è passata sul nastro delle anteprime, ma approda qui in condominio, senza manco passare dal via!
Ahahahahaahahahhahaha...
Poi dici perché una è svalvolata eh??? :-DDD

Ricetta che nasce per una cena a tema con una delegazione di cugini :-))))
Ah, volete sapere qual'era il tema??? "Sicilia in tavola"
Aperitivo ed antipasto li avevo già in mente.
Un primo anche.
Mancava un secondo, che volevo leggero ma al tempo stesso gustoso.
E così ho pensato a queste alicine rimpinzate (voce del verbo rimpinzare) ispirandomi alla tradizione siciliana di "imbottire", appunto, quasi tutto!
Veloci da preparare, ma ancor più da mangiare!! ;-) ;-) ;-)
Eccole qua!




INGREDIENTI (dosi per 4 persone)

  • 700 g di alici freschissime (al netto degli scarti)
  •   60 g di pane grattugiato (possibilmente fatto in casa)
  •   30 g di pecorino romano grattugiato (oppure del parmigiano per un sapore più delicato)
  • la scorza grattugiata di 1 limone verde
  • olio extra vergine di oliva 
  • prezzemolo
  • cubetti di scamorza
  • sale

PREPARAZIONE

Per prima cosa pulire le alici aprendole a libro e, dopo averle private della lisca centrale, fare attenzione a mantenere uniti i due filetti.
Sciacquarle velocemente e, con molta delicatezza, tamponarle con della carta assorbente (possibilmente non colorata)
Tostare il pangrattato in una padella antiaderente, prestando attenzione a non farlo colorire troppo.
In una ciotola, mescolare il pangrattato con l'olio, il formaggio grattugiato, la scorza di limone ed il prezzemolo tritato. Passare le alici in questa panatura, e mettere al centro di ognuna un pezzetto di scamorza; arrotolarle su se stesse fermando l'estremità con uno stecchino.
Mano a mano che si formano i rotolini, disporli in una teglia ricoperta di carta forno e in ultimo versare dell'olio a filo.
Accendere il forno a 200° in modalità ventilato e cuocere per circa 10 minuti.

Appena tirate fuori dal forno, mentre sfrigoleranno ancora, dare una leggerissima spolverata di sale e servire immediatamente!



Non abbiate cura di togliere gli stuzzicadenti: serviranno a mo' di posata, per far volare in bocca questi bocconcini croccanti dal cuore filante! ;-) ;-) ;-)
Sono certa che rimarrete stupiti quanto me, su come un semplice pesciolino possa sprigionare così tanto sapore!




PER SAPERNE DI PIÙ'                                                                                                                                                    
Una descrizione dettagliata ed un video esplicativo su come pulire le alici, qualora il vostro pescivendolo non lo faccia per voi ;-) ;-)

Il mio augurio vi accompagni per tutto il giorno!

Siate lieti, sempre!


Edit del 23 novembre 
E queste le alici della mia adorabile Tam, fatte domenica a pranzo ed immortalate per noi! 
Grazie, grazie, grazie, Tam!!!! :-)))))))))




Edit del 25 novembre
E queste le alici della mia adorabile Silvia, fatte ieri sera per cena ed immortalate per noi! 
Grazie, grazie, grazie anche a te Silvia!!!! :-)))))))))


Visualizzazione di AliciRimpinzate_Tam.jpg
Visualizzazione di AliciRimpinzate_Tam.jpg

giovedì 5 novembre 2015

Focaccia centopercento: 100% semola, 100% acqua, 100% bontà!


Approfitto di questo post  per scusarmi con voi, se non mi leggete da un po' nei vostri blog. Questo non è un buon periodo per me (vicissitudini e rogne varie :p). 

Riparto con questa focaccia scoperta questa estate, che ho replicato ad oltranza!
Vista nel forum della Confraternita della pizza, mio assoluto punto di riferimento per quanto riguarda impasti per la pizza e lievitati in genere. C'è da diventar matti a star dietro ai confratelli ma sono veramente fonte di studio e approfondimento. :)))

La focaccia ha veramente un gusto e una mollica particolari. Il sopra e il sotto sono scrocchiarelli e la mollica è spugnosa, gelatinosa e leggerissima! 
Vi lascio la ricetta, provatela poi mi direte!



INGREDIENTI per 1 teglia tonda diametro 39

500 g semola rimacinata (Io De Cecco)
500 g acqua
   15 g sale
     2 g lievito di birra secco 

Note e tempi di esecuzione
Necessario impastare con una planetaria (io ho una kenwood 040)
Riposo impasto in ciotola + lievitazione in teglia. 
Mettere in conto non meno di 4 ore.



PROCEDIMENTO
Ho iniziato con 450 g di acqua dove ho sciolto il lievito, aggiunto subito tutta la farina e iniziato ad impastare con la foglia (quella tipo scudo con la k al centro) a velocità minima per bagnare tutta la farina. Ho aggiunto il sale e amalgamato e aumentato la velocità a 2,5 e incordato per circa 13-15 minuti. Ho aggiunto il resto dell'acqua molto lentamente, circa 1/2 cucchiaino per volta, versato lungo la parete della ciotola e incordato (altri 10' circa). 
Ho montato il gancio ad uncino e lanciato a velocità media per pochissimi secondi, ma potete evitare questo passaggio se avete paura che si spatasci il tutto. :)))

Ho messo a riposare l'impasto per circa 1 ora e mezzo in una ciotola unta di olio, coperta con pellicola.

Trascorso il tempo ho bagnato, con olio e.v.o la teglia in ferro; non ho unto eh perciò abbondate, l'olio come dice la mia socia qui deve spitterrare
Ho rovesciato l'impasto nella teglia. Ho bagnato le mani con olio ed ho steso senza sgonfiare, molto delicatamente, non importa se non riuscite ad arrivare al bordo, lo farà la massa durante la lievitazione, circa 2 ore, deve arrivare a coprire abbondantemente la superficie della teglia e quasi raddoppiare. 

 A questo punto se volete potete mettere dei pomodorini tagliati a metà, delle olive,
emulsione di acqua e olio in parti uguali (abbondante se non volete la superficie scrocchiarella), io ho messo su metà della pizza delle olive (quasi a fine lievitazione perché me n'ero dimenticata) e sull'altra metà semi di girasole e rosmarino, questi ultimi meglio prima di infornare.

Durante la lievitazione per non far seccare l'impasto ho coperto la teglia con un'altra più grande.


Accendere il forno a 230°. Raggiunta la temperatura infornare al primo ripiano dal fondo e abbassare subito a 210°.
Cottura a 210° ventilato con resistenze per 20' + 5' a 190°. Oppure a 220° in modalità statica.


Sfornate, tagliate e gustate!


Questa è la bellissima focaccia della mia Tamara ♥. Non trovate sia perfetta?




Edit 
dimentico sempre di mettere il link a Panissimo, raccolta ideata da Sandra e Barbara e ospitata anche questo mese da Terry de I pasticci di Terry.