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martedì 27 ottobre 2015

B come biscotti: quelli da inzuppo mattutino




Ta-daaaaaaaaaaaaan!!!!
Buona settimana già iniziata amici lettori! :-))))))))
Ebbene sì, sono ancora io che torno a raccontarvi di una ricetta e della mania di cui sapete già: la biscottite cronica!! 

Anche questi biscotti erano in attesa di uscire allo scoperto da un sacco di tempo...
Non so quante volte (ho perso il conto) la socia Silvia mi ha detto: "Emmettììììì, ma quando ti decidi a pubblicare quei biscotti????"
Ed in effetti, se ci avete fatto caso, anche loro girano sulla "giostrina delle anteprime" fin dalla primavera, forse...! :-OOO
Di certo  l'estate non era il periodo giusto per pubblicare un biscottino e per giunta pure al cioccolato!!! ;-))
Ma ora che è arrivato l'autunno e che al mattino è così confortevole sorseggiare una tazza di  caffè caldo, perché non accompagnare il rito tuffandoci dentro un paio di biscottini fatti da noi?
Se poi i biscottini in questione sono proprio ideali per l'inzuppo, come si può non approfittare??
:-DDD

Velocissimi e semplici da fare.
Ricchi di gusto ed energia.
La loro porosità e scioglievolezza vi conquisteranno!
Ne sono certa :-))))



INGREDIENTI:

440 g di farina 0 (con basso contenuto di proteine)
170 g di zucchero a velo
200 g di burro a temperatura ambiente
100 g di panna fresca*
  50 g di fecola di fecola di patate
  60 g di cacao amaro (di ottima qualità)
1 bustina di lievito (possibilmente non vanigliato)
1 pizzico di ammoniaca per dolci
1 uovo
1 cucchiaino di estratto di vaniglia (o i semi di una bacca)
farina di riso per lo spolvero

*ultimamente uso la panna di tipo uht (quella da cucina per intenderci, ma sempre crema di latte) che trovo in confezioni da 100 grammi così evito residui ed eventuali sprechi) ;-)

PROCEDIMENTO:

In un'ampia ciotola, setacciare la farina, il cacao, la fecola, lo zucchero, il lievito e l'ammoniaca.
Mescolare con una frusta o anche con una forchetta (o con le mani che è bellissimo) in modo che tutte le polveri si uniformino; tagliare il burro a tocchetti facendolo cadere direttamente nella ciotola e procedere con la "sabbiatura".
(clicca per ingrandire)
Con la punta delle dita strofinare i pezzi di burro facendo in modo che venga interamente assorbito dalla farina e dalle altre polveri; quello che otterrete sarà un composto che avrà appunto la consistenza della sabbia. Avete presente quella che si usa per fare i castelli?? Che non deve essere né troppo asciutta né troppo bagnata?? Ecco, proprio quella! (spero dalla foto si capisca meglio).
A questo punto, sempre nella ciotola, fare  una buca al centro ed unire l'uovo, la panna e l'estratto di vaniglia. Mescolare prima con una forchetta e poi lavorare l'impasto a mano fino ad ottenere una consistenza liscia e setosa.
Viste le temperature del periodo, l'impasto non necessita di riposo al fresco.
Ma se nella vostra cucina c'è un bel tepore, allora vi consiglio di avvolgere l'impasto in un foglio di pellicola e farlo riposare per una mezz'ora in frigo.
Trascorso l'eventuale riposo, spolverizzare il piano di lavoro con della farina di riso e stendere l'impasto ad uno spessore di 6-7 mm; con una formina a vostro piacimento ricavare i biscotti da posizionare direttamente su una teglia ricoperta di carta forno.
Eventuali ritagli di impasto potranno essere lavorati di nuovo.
Accendere il forno a 170° ed infornare per circa 13-15 minuti, lasciando gli ultimi due lo sportello in fessura per favorire l'uscita di umidità ed ottenere una friabilità perfetta! ;-)


Otterrete una bella scorta di deliziosi biscotti, che si possono conservare benissimo in barattolo o in una scatola di latta per almeno 20 giorni.
Se preferite, potete anche metterli in un sacchettino e conservarli in freezer.
Quando li tirerete fuori, e saranno tornati a temperatura ambiente, sembreranno invece appena usciti dal forno. Incredibile ma vero!!!!
Ci proverete???? :-))))))))))))))
Intanto io ho preparato questi per voi!



APPROFONDIMENTO

La Panna
Per saperne qualcosa in più, c'è panna e panna... ovvero un interessantissimo articolo di Dario Bressanini che ci offre tante notizie e, come sempre, molti spunti di riflessione! ;-)


Buon proseguimento di settimana a voi tutti.

Siate lieti, sempre!

Maria Teresa

martedì 20 ottobre 2015

Un vortice di sofficità: il panbauletto del mattino



Finalmente, dopo mesi e mesi di lampeggio passati sul "nastro delle anteprime", questo panbauletto vede la luce della pubblicazione! :-))
Da una rivisitazione delle fette di Ele (quelle con il riso soffiato), ecco il mio panbauletto, che ho voluto arricchire con un vortice cioccolatoso.
Ero in astinenza da lievitati, e volevo qualcosa da manipolare sotto le mani... qualcosa che prendesse forma e consistenza ai miei comandi! :-))
E così ho pensato ad un pane morbido, ideale per la prima colazione, ma energetico e leggero allo stesso tempo ed, ovviamente, ricco di farine preziose!

Quando feci le fette biscottate della Ele, (che lei squisitamente mise nella sua paginetta dedicata), feci anche l'errore di assaggiarne qualche pezzetto prima della tostatura... e galeotto fu quell'assaggio!!!
La consistenza morbida e scioglievole è rimasta nella memoria delle papille gustative della scrivente svalvolata, e così quando si è trattato di pensare a questo pane morbido, ho preso ispirazione proprio da quel magico ricordo... ;-)
Ecco dunque il mio risultato!


Vi racconto come ho fatto! 

Ingredienti
100 g di lievito madre (rinfrescato, non rinfrescato, insomma, come vi pare)
300 g di farina 0 (un mix di 0, integrale, buratto e cinque cereali)
180 g di acqua
 40 g di zucchero
 10 g di zucchero invertito (sostituibile con miele)
 60 g di olio (riso, girasole, o extravergine di oliva delicato)
 10 g di cacao amaro
   3 g di sale
2-3 g di bicarbonato (solo se usiamo esuberi di pasta madre "vecchi" di 10-12 giorni)
farina di riso per lo spolvero
latte per pennellare
fiocchi di avena tostati per decorare
stampo da plum cake cm 31x11x7,5

Versione con lievito di birra
Sostituire la pasta madre con 3 grammi di lievito di birra aumentando la farina a 370 grammi e l'acqua a 230.

Procedimento
In una ciotola, o nell'impastatrice, versare le farine avendo cura di miscelarle bene con le mani, aggiungere 110 grammi di acqua e con una forchetta (o la frusta k) mescolare grossolanamente,
giusto il tempo che le farine assorbano il liquido e che l'impasto si presenti sotto forma di grosse briciole.
Lasciare che il processo di autolisi faccia il suo mestiere! Per almeno 45 minuti! ;-)
Nel frattempo, spezzettare la pasta madre in un contenitore e versarvi i rimanenti 70 grammi di acqua insieme allo zucchero e a suo fratello invertito (ed eventualmente anche al bicarbonato) e lasciarla riposare per lo stesso tempo (cioè i 45 minuti di cui sopra).
Trascorsi i preziosi minuti, versare la pasta madre, ormai disciolta, sull'impasto autolitico ed iniziare ad impastare; aggiungere poi il sale e l'olio, e continuare a lavorare fino ad ottenere un impasto liscio e ben incordato (vi assicuro che anche a mano l'operazione, oltre ad essere divertente e rilassante, sarà semplicissima).
Per la versione con il lievito di birra.
Preparare l'autolisi con i 370 g di farina e 125 di acqua; nei restanti 105 sciogliere il lievito di birra e procedere come da versione con pasta madre.


A questo punto staccare una porzione di impasto di circa 100 grammi (mi perdonate se vi dico che ho dimenticato di pesare???) ed aggiungervi il cacao impastando fino ad ottenere un colore omogeneo senza alcuna striatura.
È possibile che in questa fase, a seconda della farina che avete utilizzato, sia necessario aggiungere mezzo cucchiaio di acqua, giusto per agevolare l'assorbimento del cacao.


Mettere le due porzioni di impasto a lievitare in distinte ciotole ed attendere il loro raddoppio prima della messa in forma (ci vorranno circa 4-5 ore a seconda della temperatura che avete in casa).
A raddoppio avvenuto, spolverizzare il piano di lavoro con della farina di riso; capovolgere prima l'impasto chiaro e stendere delicatamente (anche con il mattarello cercando però di non esercitare troppa pressione) fino a formare un rettangolo di circa 27x35 cm.
Fare la stessa cosa con la porzione di impasto al cioccolato.
Qui l'operazione potrebbe risultare un poco più complicata perché dobbiamo ottenere la stessa dimensione del precedente rettangolo, ma con uno spessore di pochi mm (questo per far sì che il vortice all'interno sia sottile e ben definito).
Ora, sovrapporre l'impasto al cioccolato su quello chiaro ed iniziare la formatura vera e propria, cercando di sigillare bene ad ogni giro.



Quello che otterrete sarà un bel salsicciotto che avrà la stessa dimensione dello stampo. ;-)
Adagiare l'impasto appena formato su un bel foglio di carta forno e, sollevando i lembi, lasciarlo cadere a peso morto nello stampo da plum cake! :-)))
Coprire con della pellicola trasparente ed attendere nuovamente il raddoppio.
Vedrete come il filoncino apparirà gonfio e tronfio in tutta la sua bellezza!  :-))))

Pennellare la superficie con del latte o acqua (o un mix fra i due) e spolverizzare con qualche fiocco di avena precedentemente tostato (semplicemente in un padellino)  a mo' di guarnizione ;-)
Accendere il forno a 180° in modalità statica e cuocere per circa 40', fino a leggera doratura.

Questo è quello che uscirà fuori!




Essendo a lievitazione naturale questo pane si manterrà morbidissimo anche nei giorni successivi al primo assaggio!
Se volete una colazione che faccia prendere il verso giusto alla giornata, questo panbauletto contribuirà alla grande!!!
Decidete voi come gustarlo: con una marmellata, con del miele, leggermente tostato, o semplicemente così, in purezza, come preferisco io! ;-) ;-) ;-)

APPROFONDIMENTI

Lo zucchero invertito
"Miscela equimolecolare di glucosio e fruttosio, ha un potere dolcificante superiore al saccarosio.
Ha la qualità di essere un ammorbidente per eccellenza, semplice nell'uso, ottimale per grandi lievitati, pasta di mandorle, pasticceria al cocco, frolle.
È un nutriente per eccellenza dei lieviti come per esempio il lievito madre."
Tratto da "La mia pasta lievitata" di Francesco Favorito

Altre notizie tecnico-scientifiche qui:
1. http://www.bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/11/19/che-cos%E2%80%99e-lo-zucchero-invertito/
2. http://www.cibo360.it/alimentazione/cibi/dolci/zucchero_invertito.htm

Vi lascio con un'ultima fetta in cui, se volete, potete affondare il morso e...



... il mio solito augurio

Siate lieti, sempre!



Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Panissimo ideata da Sandra e Barbara e ospitata questo mese dalla nostra amica Terry del blog I pasticci di Terry.




Maria Teresa




martedì 13 ottobre 2015

Sembiante di cheesecake alla ricotta e pere, e di talune leggende


Sembiante di cheesecake, perché ci somiglia ma non è. Non c'è il formaggio Philadelphia e non ci sono uova, non c'è cottura. Ok, cheesecake significa: torta al formaggio, letteralmente potrebbe essere un formaggio qualunque, e qui c'è la ricotta, quindi è una cheesecake. E no!  La ricotta, pur essendo un prodotto caseario, non si può definire formaggio ma va classificata semplicemente come latticino (Wikipedia docet). Però sembra uguale uguale a una cheesecake. Poi, siccome la ricotta è un latticino bello leggero leggero, per compensare ci ho aggiunto la panna, ché non si dica che non amo i grassi! Però per compensare la panna, ché non si dica che non sto attenta alle calorie, ci ho aggiunto le pere, un frutto dolce e zuccherino ma dietetico,  già nel 350 a.C. lo sapevano tutti che le pere bruciano i grassi (Caio e Platone docent).

Sembiante anche della cheescake  che i miei figli mi hanno regalato per il mio compleanno, ormai mesi orsono, i quali (figli), dopo che ce la siamo spazzolata il tempo di dire "auguri", mi hanno lanciato la sfida: e ora vediamo se la sai rifare!
Dice di sì :)




RICETTA

Ingredienti per uno stampo da 24 cm

Per il fondo:
300 g di biscotti tipo Digestive (meglio se fatti in casa, come quelli meravigliosi di Emmettì)
  60 g di nocciole
120 g di burro fuso
1 cucchiaio raso di zucchero di canna
  50 g di cioccolato fondente

Per la crema di ricotta:
500 g di ricotta (sgocciolata qualche ora dal siero)
120 g di zucchero e velo
250 g di panna fresca
3 pere (circa 450 g mondate, preferibile il tipo kaiser o abate)
2 cucchiai zucchero di canna
1/2 bicchierino di rum
5 g amido di mais

Per la composta di pere:
300 g di pere tipo Williams o Decana (mondate, circa 2)
150 g di acqua
  60 g di zucchero di canna
2 cucchiai di amido di mais
1/2 limone (il succo)
1/2 bicchierino di rum



Preparare il fondo
- Tritare nel mixer le nocciole con lo zucchero di canna, fare altrettanto con i biscotti, versare tutto in una ciotola, unirvi il burro sciolto, amalgamare ed infine aggiungere il cioccolato sminuzzato grossolanamente al coltello.
- Foderare fondo e bordi di una tortiera apribile (io ho preferito la carta forno sul fondo e una striscia di acetato sui bordi), versarvi il composto e compattarlo per bene sulla base.
- Porre in frigo mentre si procede con la preparazione del ripieno.

Preparare il ripieno di ricotta e pere
- Mondare le pere, tagliarle in pezzi, e farle insaporire su fuoco dolce con due cucchiai di zucchero di canna e il rum* in cui si sia sciolto l'amido di mais. Quando si saranno asciugate ma ancora croccanti, spegnere il fuoco e far raffreddare.
- Lavorare la ricotta con lo zucchero a velo con una frusta, così da renderla cremosa.
- Montare la panna e aggiungerla delicatamente al composto di ricotta.
- Unirvi le pere al rum, mescolare delicatamente e distribuire uniformemente sulla base di biscotti.
- Livellare con una spatola e far raffreddare in frigo mentre si procede con la copertura di pere.

Preparare la composta di pere
- Tagliare le pere in pezzi, versarle in una padella col  succo di mezzo limone, aggiungere 120 g di acqua e lo zucchero e cuocere qualche minuto sul fuoco, fino quando le pere saranno morbide.
- Frullare fino ad ottenere un composto liscio, aggiungere l'amido di mais sciolto nell'acqua restante e rimettere sul fuoco.
- Aggiungere il rum (oppure aggiungerlo quando la composta è tiepida, se si preferisce che l'alcool non evapori).
- Far addensare su fuoco dolce, mescolando. Far raffreddare.
- Versare sulla torta e rimettere in frigo.
- Far riposare qualche ora prima di servire.
Però  se possibile, consumarla il giorno dopo, sarà molto più buona!

Se si possiede un cannello, prima di servire cospargere con zucchero di canna e caramellare.
Io ora lo posseggo, me lo hanno regalato le mie socie quando sono a venute a trovarmi un paio di settimane fa, insieme a tanti pacchettini dolci, chellepòssino!! E meno male che il regalo della macchinetta matta doveva coprire i compleanni, i natali, le pasque, varie ed eventuali da qui a 5 anni almeno!

Si conserva un paio di giorni in frigorifero oppure si può congelare (la torta, non il cannello eh!)

 Tamara @




 DI PERTINENZA


Facciamoci una pera, anche due.

La pera è un frutto molto amato, conosciuto fin dall'età della pietra, che è possibile consumare in ogni periodo dell’anno dal momento che esistono varietà invernali e varietà estive. Le pere consentono di arricchire la propria alimentazione di fibre, vitamine e sali minerali, e costituiscono un ingrediente gustoso per torte, succhi di frutta e marmellate.
Le pere, come già sapevano Catone e Plinio (e se lo sapevano loro, necessita che lo sappiamo anche noi), ci offrono numerosi benefici: sono molto energetiche, ringiovaniscono e tonificano la pelle, bruciano i grassi, aiutano la motilità intestinale. Sono ricche di acqua, quindi hanno effetti diuretici, contengono una buona dose di calcio e ciò fa bene alle nostre ossa, come anche il potassio che contribuisce ad una migliore circolazione. Ricche di fruttosio ma a basso contenuto calorico, e di 5 tra vitamine e proteine che aiutano lo sviluppo della muscolatura. Migliorano la vista, in quanto ricche di vitamina A, prevengono problemi cardiaci grazie alla presenza di lignina e vitamina C.
La pera è un ottimo frutto anche per i diabetici, grazie alla presenza di levulosio, che aiuta a bruciare gli zuccheri in eccesso nel sangue.

Quindi armiamoci e mangiamo! Queste le pere più comuni


Williams (cultivar inglese,  mi sa di pera con l'aplomb. n.d.s.)
E’ un frutto dalla forma piuttosto tondeggiante, un po’ più sferica rispetto alla classica struttura piriforme. Ha una buccia liscia e sottile, gialla, con sfumature di colore rosso che derivano dall'esposizione al sole. La buccia può anche essere leggermente rugginosa. Questa pera si caratterizza per una polpa bianca succosa e morbida, fondente. Il gusto è aromatico e dolce. E’ una delle varietà preferite non solo per il consumo, ma anche come ingrediente per preparare succhi di frutta, marmellate o altri dolci.

Abate Fétel (prende il nome dal monaco francese che la selezionò. Mi sa di pera intonacata. n.d.s.)
Ha una forma allungata, che ricorda un piccolo fiasco, una buccia verde rugginosa e una polpa bianca e succosa. Il peso di un frutto di questa varietà può superare i 250 g. La buccia risulta essere sottile e liscia, può diventare rossastra se esposta al sole. La polpa è particolarmente succosa e ha un profumo aromatico. Il sapore mantiene un equilibro tra lo zuccherato e l’acidulo. Questa varietà di pera è disponibile all'inizio dell’autunno.

Conference (inglese pure questa, mi sa di pera dirigente, stile target capital market line, insomma, una pera call conference. n.d.s. )
Questo tipo di pere si caratterizza per dimensioni medie o grosse, forma irregolare, lungo peduncolo, buccia ruvida, verde e rugginosa, con sfumature rossastre laddove venga esposta al sole. La polpa, di colore bianco crema, si presenta succosa e profumata, fondente e non acidula. Il sapore è dolce e aromatico. Le pere conference mature sono morbide al tatto a livello della parte inferiore. Se conservate correttamente, si mantengono per diversi mesi. Iniziano infatti a maturare verso la fine di agosto – inizio settembre, e possono essere conservate in frigo fino a dicembre – gennaio.

Coscia (beh, una pera sexy. n.d.s.)
La varietà Coscia si distingue per una buccia verde chiaro quando il frutto è immaturo, gialla quando la pera è matura. Le pere Coscia presentano medie dimensioni, un peso di circa 200 grammi e una polpa alquanto granulosa. Il gusto di questa varietà è dolce e aromatico. Può essere mangiata fresca, oppure può essere usata per preparare torte, crostate, succhi di frutta o macedonie. E’ ottima in associazione a formaggi piccanti. Questo tipo di pera fa parte delle varietà tipiche dell’estate, dal momento che matura verso luglio.

Kaiser (una pera del kaiser. ovviamente n.d.s.)
Si caratterizza per medie dimensioni e una buccia marrone e rugginosa. La polpa di questa varietà di pera è bianca-gialla, compatta, fondente, non troppo succosa e leggermente granulosa. Ha un sapore aromatico e acidulo, non così dolce come quello di altre varietà di pere. La sua consistenza la rende resistente alla lavorazione e alla cottura. La pera Kaiser inizia a maturare dalla metà del mese di settembre.

Decana (mi sa di pera anziana, per età o per nomina, da cui l'espressione "va per nominata". n.d.s.)
Ha una forma un po’ anomala rispetto a quella delle altre varietà di pere, risultando quasi sferica. La buccia presenta un colore giallastro o verde, con sfumature rossastre. La Decana  ha una polpa dolce e succosa. Risulta perciò particolarmente adatta per essere impiegata come ingrediente nella produzione di marmellate e succhi di frutta. Spesso queste pere vengono consumate cotte, o utilizzate per preparare torte, crostate o altri dolci.

Spadona (e finalmente un'italiana! Questa mi sa...(xxx) secondo me fa coppia con la Coscia. ma anche Kaiser n.d.s.)
Questa varietà è nata in Italia ed è una pera di dimensioni medie, il cui peso in genere è di circa 150 g. La sua raccolta inizia a partire dalla fine del mese di settembre. Ha un peduncolo sottile e piuttosto lungo, che risulta curvo. La caratteristica principale di questa varietà di pera è la sua forma allungata ed irregolare che presenta un ingrossamento sulla parte inferiore. La buccia ha un colore verde chiaro anche quando è matura, e presenta macchie rosse solo sul lato esposto al sole. La polpa di questa varietà di pera è bianco-gialla, succosa e fondente. Ha un gusto dolce e leggermente acidulo.

n.d.s.: nota della svalvolata
 



Fonti:

http://www.guidaacquisti.net/pera
http://www.benessere360.com/pera-proprieta.html
http://www.romaincampagna.it/gusta/prodotti-romaneschi/scheda/pera-spadona



 DIVAGAmente






Buone leggende anche a voi!

Tamara



LE SEMBIANTI DELLE MIE SOCIE 

la sembiante di Silvia
la sembiante di Maria Teresa alias Emmettì


martedì 6 ottobre 2015

Ovis mollis, una frolla da sballo!



La storia di queste frolle.

Da che l'ho scoperta qui non l'ho più mollata; inoltre questa frolla è anche legata a due eventi molto speciali. 
La prima volta che le ho fatte hanno viaggiato per la Puglia, destinazione la mia socia Tamara. La seconda, hanno volato con me in aereo, destinazione , sempre lei, Tamara. Anche se stavolta insieme a me e alle frolle volava anche l'altra socia, Emmettì. Non so chi delle due fosse più fragile in quel viaggio. Emmettì con la sua fobia dell'aereo, oppure le frolle. Ahahahah!!! Comunque sia, siamo arrivate a destinazione tutte e tre intere. O almeno così credevamo, fino a quando siamo salite sull'auto di Tam! Scampate all'atterraggio aereo, saremmo sopravvissute alla guida esperta sì ma ehm... come dire... disinvolta di Tam? Ebbene sì, se sono qui a scrivere, siamo sopravvissute!

Ok la smetto di chiacchierare e vi lascio la ricetta, ché della bontà di questa frolla lascerò parlare chi l'ha assaggiata. 




Ingredienti per circa 40 biscotti (sinceramente non li ho contati ma più o meno dovremmo esserci)

4 tuorli sodi (sì sì avete letto bene, sodi!)
250 g di burro
120 g zucchero a velo
200 g fecola di patate
200 g farina 00 per biscotti (non oltre 9% di proteine, se al di sotto di questo valore, meglio.) 
1 cucchiaino di estratto di vaniglia (oppure mezza bacca)
zeste di 1/2 limone grattugiate
1 pizzico di sale.




Procedimento

Lavorare velocemente per non scaldare gli ingredienti.

Rassodare i tuorli. Si può farlo nel modo tradizionale con tutto il guscio oppure tuffare soltanto i tuorli in acqua bollente e continuare la bollitura per 8/10 minuti, devono essere ben sodi.

Tagliare il burro freddo, non deve essere durissimo, a cubetti e sabbiare insieme allo zucchero a velo. 
Aggiungere la vaniglia e la scorza di limone e amalgamare. Aggiungere i tuorli passati al setaccio e amalgamare al resto. Inserire la farina e la fecola precedentemente setacciate  per due volte. Impastare ancora. Porre il panetto, incartato con pellicola, in frigorifero per almeno un'oretta o anche fino ad una notte.

Trascorso il tempo riprendere il panetto, qui fa ancora caldo perciò l'ho diviso in tre pezzi, due li ho rimessi in frigo mentre formavo i biscotti con l'altro.


Margherite di stresa
Stendere tra due fogli di carta forno allo spessore di 1 cm per le margherite e tagliare con la forma a margherita o quella che preferite e mettere in teglia foderata di carta forno e mettere in frigo.

Occhi di bue
Stendere a circa 7 mm per gli occhi di bue. Coppare con un cerchio del diametro di 6 cm. La metà di questi coppateli ancora con uno più piccolo, io ne ho coppati alcuni con uno da 1,5 cm; altri da 4 cm. 
Ora, quelli col foro più piccolo sono più carini esteticamente, ma se vi piace tanta marmellata meglio quelli col foro più largo. 
Ungete ai bordi con un velo di marmellata i dischi senza foro e poggiateci sopra i dischi forati. Mettere in teglia con carta forno.

Bastoncini
Fare dei rotolini della grandezza di un dito medio (quelli bagnati nel cioccolato) e metterli su una teglia rivestita di carta forno.

Mano mano che si formano e si riempie la teglia mettere in frigo scoperti per una mezz'oretta e intanto accendere il forno a 180° funzione statica (io ho cotto a 175° in termo ventilato in quanto il mio in statica li colora troppo velocemente.) per 10/13 minuti. Tenete d'occhio la cottura perché ogni forno è a sé e questi biscotti devono appena prendere un accenno di colore non di più.
Mentre è pronta da infornare la prima teglia avrete pronta la seconda da mettere in frigo e così via. 
Una volta cotti lasciate raffreddare senza toccarli, ché questa frolla è molto friabile e delicata. :))))
Ovviamente potete fare tutte margherite oppure non inzuppare i bastoncini nel cioccolato. Qualora decideste invece di procedere con gli occhi di bue e i bastoncini inzuppati vi dico come ho fatto io.
Se volete che il cioccolato rimanga lucido temperatelo ma sappiate che è una cosa più lunga e complessa, infatti a me non è riuscita. Oppure scioglietene un po' nel microonde con una noce di burro e inzuppateci per metà i bastoncini.
Per la marmellata mi hanno suggerito di caramellare un po' di zucchero, io un paio di cucchiaini a fronte di 3/4 cucchiai di marmellata, e amalgamare. Scaldare ancora un poco e colare nei fori degli occhi di bue. Così facendo la marmellata rimarrà lucida e si spanderà subito riempiendo gli spazi. 




Curiosità 
Fonte: Wikipedia
Le margheritine di Stresa sono biscotti tipici di Stresa, creati nel 1857 dal pasticcere Pietro Antonio Bolongaro titolare dell'omonima pasticceria. Derivano il nome da quello della principessa futura regina Margherita, alla quale erano stati offerti in occasione della sua prima comunione, celebratasi appunto nel 1857.
Talmente le piacquero che, un tempo divenuta regina, stabilì che quei biscotti fossero i dolci tradizionali da offrire ogni anno per il ricevimento di Ferragosto della Casa Reale.[1]
Gli ingredienti sono tuorlo d'uovo sodo setacciato, burrofarinafecolavaniglia e buccia di limone grattugiata.





giovedì 1 ottobre 2015

Una croccante bontà, ma non chiamatelo müesli! ;-)


Bentrovati amici lettori! :-))
Oggi vi propongo una ricettina sfiziosa e piena di tanto gusto.
L'autunno è ormai arrivato e mentre ci prepariamo ad affrontare la stagione fredda, abbiamo bisogno di una marcia energetica in più, soprattutto nel pasto più importante della giornata: la colazione! Senza però tralasciare leggerezza e genuinità ;-)

Siore e Siori, ecco a voi Sua Bontà: la Granola!

"La che?? La granolaaaaaaaaaaaa??? Ma non si chiama müesli????"
Ebbene no, cari miei! **

Questa è un'altra di quelle ricette che ha destato in me maggior curiosità, sia per la possibilità di realizzarla in casa con ingredienti scelti da noi (dici poco!), sia per la velocità con cui si prepara (e ridici poco!!).
Con pochi e semplicissimi passaggi, otteniamo un concentrato di energia che non può mancare sulla tavola della prima colazione; ideale anche per la merenda, abbinato ad un frutto di stagione, oppure come alternativa al sacchetto di pop corn (ma soprattutto alla cena) davanti ad un bel film nelle prossime serate invernali!

Che ne dite?  Si può fare?? :-))))
"Eh, ma dicci come si fa...!!!"

Niente di più semplice: una base di fiocchi di cereali, uno sciroppo con zucchero e  miele, frutta secca, frutta disidratata, un buon olio ed il gioco è fatto!
Ah no! Un altro ingrediente è indispensabile per l'ottima riuscita: la fantasia!!! :-))))))

Il risultato sarà un agglomerato croccante di cereali, frutta disidratata e frutta secca a cui è quasi impossibile resistere!!!!





INGREDIENTI:

210 g di fiocchi di frumento integrali (avena, orzo, farro)
80 g di farina di cocco (oppure granella di pistacchio)
80 g di frutta secca tostata e tritata grossolanamente (mandorle, noci, nocciole)

Per lo sciroppo
70 g di zucchero di canna (integrale o muscovado)
70 g di olio di riso (o di girasole)
40 g di miele
40 g di acqua
aromi (estratto di vaniglia, cannella, cardamomo)

Per il post cottura
150 g di frutta disidratata (mirtilli, uvetta, scaglie di cocco, banana, albicocca, mela)
50 g di cioccolato fondente tagliato a coltello
..................... (e voi? cosa aggiungereste?)

PROCEDIMENTO:

Per prima cosa, accendere il forno a 160° in modalità statica.

1. Mescolare in una ciotola tutti gli elementi secchi.
In un pentolino, versare l'acqua e lo zucchero; portare quasi a bollore mescolando di tanto in tanto fino ad ottenere uno sciroppo; aggiungere il miele, l'olio, gli eventuali aromi e continuare a mescolare fino ad ottenere un'emulsione.
Unire la parte liquida nella ciotola di cereali e mescolate bene con un cucchiaio di legno.

2. Versare il composto su una teglia coperta di carta forno e livellare il tutto facendo attenzione a che tutta la superficie abbia lo stesso spessore.

3. Livellare bene anche gli angoli e poi infornare per circa 20 minuti. Negli ultimi 5 mantenere lo sportello in fessura per favorire l'uscita dell'umidità ed aumentare la croccantezza del prodotto finito.

4. Quando la superficie avrà assunto un color nocciola, estrarre la teglia dal forno e lasciare raffreddare un pochino. Il composto sarà ancora un po' morbido, ma raffreddandosi diventerà croccantissimo!

5. Quando sarà ben freddo, spezzettare la "mattonella" in pezzi della grandezza desiderata ed aggiungere la frutta disidratata che avete scelto.
Mescolare delicatamente il tutto e riporre la granola così ottenuta in un barattolo con chiusura ermetica per mantenere intatta la croccantezza,

Ora io vi avverto: se decidete di assaggiare, scoprirete ad un certo punto che il barattolo è improvvisamente vuoto!!!!! :-OOOO
Questo per dire che la granola è molto pericolosa da tanto è buona... quindi abbiate l'accortezza di riporre il vaso in frigorifero in modo che, oltre a rimanere lontana dagli occhi (e dalla bocca), conserverà ancora più a lungo la sua croccante bontà! ;-)
Oh, non venite a dirmi che non vi avevo avvertiti eh??? :-DDDDD



Vabbè dai, ma ora ce la spieghi la differenza fra la granola e il müesli?

** La granola 
come la chiamano in tutto il mondo, tranne che in Italia,  nasce negli Stati Uniti dal nome di Sylvester Graham, che inventa la farina (e che prenderà il suo nome) fatta di frumento integrale macinata grossolanamente a cui vengono aggiunti la crusca e il germe.
Pochi anni dopo, nel 1893, James Caleb Jackson, il promotore della dieta vegetariana come panacea di tutti i mali, produce su scala industriale i primi cereali secchi, a partire dalla farina di Graham e li chiama Granula. Il medico John Harvey Kellog, direttore di una clinica nel Minnesota, sperimenta un cereale molto simile che chiama allo stesso modo Granula. Dopo una disputa legale con Jackson cambia il nome in Granola.
Entrambe le versioni consistevano in fiocchi di cereali integrali passati al forno per renderli croccanti. Considerato un alimento salutare fin dalle origini, la granola godrà di una nuova popolarità negli anni 60, in omaggio alle manie salutistiche del movimento hippie. 

Il müesli 
(“zuppa” nel dialetto svizzero-tedesco) è invece composto da fiocchi di cereali (soprattutto avena), frutta essiccata e semi oleosi, senza cottura, né aggiunta di zuccheri, né grassi.
Questo alimento è nato in Svizzera verso il 1900, grazie al medico Maximilian Bircher-Benner che lo somministrava ai pazienti del suo ospedale, nel quale una parte essenziale della terapia era la dieta ricca di frutta e verdure fresche. In realtà il dottor Bircher riproponeva solo un classico cibo dei montanari, abituati a consumare una colazione molto energetica per resistere alla fatica e ai rigori del clima alpino. La ricetta originale del dottor Bircher, chiamata Birchermuesli, prevedeva anche un ammollo (di qualche minuto o di una notte, in frigo) ed era composto da un cucchiaio di fiocchi d’avena messo a bagno in tre cucchiai di acqua fredda, un cucchiaio di succo di limone e uno di latte condensato zuccherato, una mela grattugiata e con la buccia, nocciole o mandorle in polvere.

Questo è tutto! Ora che avete scoperto anche la differenza fra müesli e granola non vi resta che prepararla e... sgranocchiarla!! :-))) E non dimenticate

Siate lieti, sempre!



EDIT DEL 14/12/2015

♥♥Questo il regalo della mia socia Tam!♥♥



EDIT DEL 12/07/2016

♥♥E questo quello di Silvia!♥♥